domenica 26 marzo 2017

helios 44-m4 su pentax ks-1

Ho preso un Helios 58mm f2, uno di quelli che dovrebbe "swirlare", ovvero dare quello sfocato particolare in determinate condizioni di luce e di composizione.
Il problema è che, così come preso, l'obiettivo non chiude mai il diaframma quando messo davanti alla ks-1 (ma credo che lo stesso problema ci sia davanti alla k7-k5).
Il problema nasce dal fatto che l'helios, a partire dal 44-m4, ha solo il pin per controllare il diaframma automaticamente, e funziona benissimo sulle Spotmatic F o sulle pentax meccaniche, ma le digitali non hanno questo attuatore.
Di fronte al problema, con una rapida ricerca su google, sono arrivato a questa discussione su pentaxforums dove un utente del forum ha trovato una soluzione veramente carina.
Di fatto, si tratta di svitare le quattro viti che sono poste nella parte posteriore dell'obiettivo, togliere il pin, costruire una piccola rondella (come l'autore del post, anche io ho usato un fermacarte arrotolato per un paio di spire, ma si può anche usare il pennino delle Bic o la parte in gomma di un cavo da 8 ampere), montarla attorno al pin e simulare così una pressione costante. 
In meno di cinque minuti d'orologio si ottiene così una soluzione "definitiva", almeno fino a quando non vorremo ripristinare la situazione precedente.


lunedì 25 gennaio 2016

Faccia a faccia tra sigma DG 70-300 macro APO e Pentax DA 55-300. terza parte

Storia di una débacle

 Il titolo sarà forse un po' impietoso, ma il DA 55-300 mi ha deluso proprio in quello per cui doveva eccellere rispetto al concorrente: la risolvenza.
Intendiamoci: parliamo sempre di obiettivi "budget", di lenti che hanno un ampio intervallo di prestazioni tra esemplare ed esemplare, per cui la mia non vuole essere una recensione "definitiva". Però... vabbè, non anticipo niente.


La storia

Approfittando delle condizioni meteo favorevoli e sfavorevoli (ovvero giornate illuminate da un bel sole e molto fredde e giornate uggiose e quindi "poco contrastate") ho fatto un po' di prove mettendo il Pentax DA 55-300 ed il Sigma DG 70-300 apo davanti alla ks1 (molto più "ostica" della k7 per questo tipo di confronti) e scattando in modalità manuale con entrambi gli obiettivi.
Non posto le immagini, perché alla fine è abbastanza inutile visto che viene confermato quello che emerge da test come quelli su DXomark tra obiettivi o, a parità di obiettivo, dove la "vittoria" o la "sconfitta" dipendono anche dall'accoppiata ottica-sensore. 
In generale posso dire che:
  • i file jpg sono molto simili, ma il pentax soffre alla massima apertura, probabilmente di coma, per cui credo che il difetto sia comune indipendentemente dall'esemplare;  il "coma" determina un leggero effetto "flou".
  • a 300mm entrambi gli obiettivi sono sostanzialmente inusabili a massima apertura, ma questo lo sapevo
  • rispetto alla k7, nella ks1 il sigma si comporta decisamente meglio, con tutti i suoi limiti; quello che mi ha stupito della ks1 è la capacità di recuperare sia il contrasto sia la corretta temperatura del colore, cosa che nella k7 viene "toppata" alla grande; non ho provato in presenza di luci artificiali "calde", che sono un vero banco di prova per esposizione e messa a fuoco della k7 con il sigma.
  • in entrambi i casi la macchina sottoespone di circa 1 stop (si vede chiaramente sviluppando il raw con la semplice demosaicizzazione di dcraw)
  • a qualsiasi lunghezza focale e con apertura variabile tra f4 e f8, a parità di immagini ed impostazioni, il pentax si dimostra al limite pari il sigma, che però è sempre più risolvente alla massima apertura alle focali misurate
  • i file raw, ma qui mi metto in mezzo anche io perché ancora non ho capito bene come lavorare con i file della ks1, non ribaltano i risultati rispetto ai jpg; i file raw con la semplice demosaicizzazione del pentax sono leggermente più bui dei rispettivi sigma, confermando quanto misurato nelle prove di DXomark

...alla fine della storia

Tirando le somme, devo dire che un po' di delusione per questo Pentax DA 55-300 c'è, ed è inutile negarlo. 
Ripeto, sono obiettivi che possono variare molto di qualità da un esemplare all'altro, ma il "colpo d'ala" che mi aspettavo non c'è stato, ed anzi in alcune condizioni c'è stata una netta superiorità del sigma.
Ora, ammetto che probabilmente ho un esemplare buono del sigma, cosa confermata da più di qualche "indizio" nel tempo, ma alcune caratteristiche del pentax che ho notato (ad esempio la maggiore lentezza con cui si porta a fuoco) sono caratteristiche comuni e non legate al particolare esemplare.
Il grosso vantaggio del pentax è la maggiore duttilità, che non ho avuto modo ancora di testare sul campo, ma posso assicurare che i 70mm minimi del sigma sono davvero un grosso limite nell'utilizzo su apsc di questi obiettivi. Il quick shift focus è utile, ma lo diventa soprattutto quando si va a fare un minimo di fotografia naturalistica, che normalmente non faccio. Gli altri svantaggi del sigma sono l'utilizzo più difficoltoso del filtro polarizzatore, legato al fatto che l'elemento frontale avanza ruotando, ed in generale la scarsissima frizione del meccanismo di zoom, per cui la focale "salta" se si lascia la fotocamera con l'obiettivo montato su un cavalletto e si cerca di fotografare in alto o in basso.



sabato 16 gennaio 2016

Faccia a faccia tra sigma DG 70-300 macro APO e Pentax DA 55-300. seconda parte

Autofocus

Affrontiamo subito il tema dell'autofocus perché rappresenta uno dei maggiori limiti di questi zoom: è lento ed impreciso.
In realtà la lentezza non è particolarmente penalizzante, considerando un utilizzo "amatoriale", e comunque sui corpi macchina più recenti è particolarmente migliorata. Con un po' di manico ed in condizioni "giuste" si può anche portare a casa qualcosa di interessante con riprese "d'azione".
Tra i due, il sigma è più veloce ad agganciare il punto di messa a fuoco, anche se talvolta dopo un primo "stop" poi inizia a fare aggiustamenti micrometrici per uno o due secondi. Il pentax gira relativamente più lento, ma quando aggancia non si muove più. Dalla messa a fuoco minima a quella massima su una ks1 passano circa un paio di secondi per entrambi con un leggero vantaggio per il sigma, mentre con la k7 il sigma è circa un secondo più veloce del 55-300.
Il problema è la precisione in ambienti non ben illuminati, dove per "non ben illuminati" intendo anche una semplice stanza illuminata con una luce artificiale.
In questi casi sia il sigma che il pentax "scarrellano" avanti ed indietro. Impostando il fuoco a mano in maniera rozza, il pentax talvolta riesce ad agganciare il fuoco, mentre per il sigma è più difficile. Sono questi i casi in cui il quick shift focus del Pentax è davvero utile. 
In generale, il sigma è tra i due quello meno in difficoltà, soprattutto a 300mm, ma è davvero una differenza minima.


Apertura
Il Pentax è un 4-5.8, il sigma un 4-5.6. La differenza di 0,2EV alla massima apertura è davvero piccola, ed in effetti gli scatti effettuati mostrano una differenza di luminosità apprezzabile ma molto leggera.
Chiudendo il diaframma, a parità di apertura non si apprezzano differenze di luminosità in scatti effettuati nelle stesse condizioni di ripresa.
Cosa significa un obiettivo f5.6 come apertura massima a 300mm? Ecco... salvo salire molto di iso, dove per molto intendo oltre i 6400iso, un obiettivo del genere non è adatto per riprese di sport indoor.
In generale, salvo condizioni più o meno ideali con tanta luce, difficilmente si riesce a scattare a 200iso, soprattutto con le fotocamere aps-c.
In generale, con il sigma 70-300 conviene sovraesporre di un mezzo stop, per evitare di fare la stessa cosa in fase di post-produzione con risultati peggiori.


Bokeh
Per il Sigma bastano due parole: fa schifo.
O meglio, su alcune focali ed in alcune condizioni non è male, ma spesso non è affatto piacevole, poiché sembra semplicemente di avere un fondo di una bottiglia davanti al sensore.
Quello del Pentax è diverso, ma non so definirlo...
Intanto non c'è uno stacco netto, cosa tutto sommato anche positiva. C'è molta più aberrazione cromatica (c'è anche nel sigma, in forma più lieve), cosa negativa. In generale non mi ha esaltato. A mio parere manca di personalità.




giovedì 14 gennaio 2016

Faccia a faccia tra sigma DG 70-300 macro APO e Pentax DA 55-300. prima parte

Il Pentax 55-300 è un obiettivo zoom di fascia economica prodotto dal 2008 al 2013, privo di stabilizzatore, con apertura massima compresa tra F4 e F5.8, apertura minima tra F22 e F32, 1,40metri come distanza minima di messa a fuoco, lungo non meno di 112mm e pesante circa 440g.

E' un obiettivo DA, quindi compre solo il formato APS-C, e presenta l'anello verde come rifinituro, per cui ha il rivestimento superficiale SMC e non quello HD (presente invece sul 55-300 WR attualmente in produzione).

L'autofocus è garantito dalla presa di forza, per cui è compatibile con tutte le reflex Pentax digitali.

L'avvento di questa lente è stato atteso lungamente dai pentaxiani, poiché ha rappresentato a lungo l'obiettivo zoom più "lungo" nel catalogo della casa giapponese, ed in assoluto uno dei pochi zoom tele disponibili per baionetta K.

Le alternative con cui è stato confrontato sono il Tamron 70-300 (nella versione non stabilizzata) ed il Sigma 70-300 DG, nelle sue versioni APO e non.
Poiché già da tempo possiedo un Sigma 70-300 DG APO macro f4-5.6, e mi è capitato recentemente di comprare un DA 55-300, ho deciso di mettere alla corda i due obiettivi per capire se vi sono sostanziali differenze, partendo dal presupposto che comunque su queste lenti "budget" la variabilità tra esemplari dello stesso modello è spesso ampia.

Ho pensato di "spalmare" questo confronto testa a testa in più riprese, in modo da capire quale dei due obiettivi finirà sul mercatino dell'usato. Iniziamo quindi da una visione "generale" delle due lenti.


Sigma 70-300 DG APO macro


Devo ammetterlo: per questa lente ho un rapporto di odio-amore, perché da una parte gli trovo tanti difetti, dall'altra è anche uno zoom che con 100 euro mi ha permesso di portare dietro un obiettivo per fare fotografie in ambienti "malsani" senza troppi patemi d'animo. Montato davanti alla K7 ha due grandi difetti: un autofocus abbastanza inconsistente (soprattutto in presenza di scene con basso contrasto), ed il trattamento APO che da una parte dà luogo a una leggerissima dominante giallo-ocra e dall'altra abbassa ulteriormente il valore del contrasto alle immagini in uscita. Altro difetto, indipendentemente dalla macchina davanti a cui è montato, è il fatto che 70mm di partenza sono "tanti", soprattutto in un utilizzo indoor. Montata su una 35mm, il maggior angolo di campo rende versatilità ad una lente pensata ai tempi della pellicola.
Il Sigma ed il Tamron 70-300 sono gli unici zoom economici tele per la digitale 35mm Pentax prossima ventura.


Primo round: caratteristiche generali
 Dal punto di vista delle dimensioni e degli ingombri, il Sigma 70-300 si pone su valori molto simili al Pentax. E' lungo 122mm  e pesa poco più di 550g.
Anche alla massima estensione, i due zoom sono di fatto molto simili come ingombro.





La prima differenza tra le due lenti è nel fatto che il Pentax si estende senza ruotare, mentre la lente frontale del Sigma avanza ruotando. Per chi usa un polarizzatore, questo è "male". Il sistema di messa a fuoco del 55-300 presenta il "quick shift" che permette di regolare a mano la messa a fuoco in maniera decisamente più confortevole rispetto al sigma (che di fatto permette la messa a fuoco manuale solo una volta "sganciato" l'autofocus).
Un difetto che ha il Sigma è lo "zoom creep", per cui l'obiettivo non mantiene la focale se è posto in posizione verticale. Di fatto, la lente si allunga o ritorna compatta in base a come è portata. Al contrario, il Pentax è molto più "stabile" e permette di impostare senza problemi composizioni su cavalletto con scatto da remoto, senza il rischio che l'inquadratura cambi una volta impostata.
La distanza minima di messa a fuoco per entrambe le lenti è pari a circa 1,5 metri, ma il sigma ha in più la possibilità di operare, tra 200 e 300mm, anche a distanze inferiori, cosa che dovrebbe giustificare la scritta "macro"... al di là della comodità, i risultati sono comunque poco paragonabili ad una vera lente "macro".
 Dal punto di vista puramente estetico, il Sigma ha la finitura "autoimbruttente", per cui sembra molto più usato di quello che è, in particolare nella zona gommosa dove si determina la zoomata.
Il paraluce del sigma non permette un utilizzo agevole di un polarizzatore, mentre quello Pentax ha una parte rimovibile attraverso la quale è possibile operare. Però questi sono dettagli...

clicka qui per leggere la seconda parte 

sabato 26 dicembre 2015

Lenti Vivitar, matricole e produttori

Nel mondo della baionetta K per "estremisti vintage" Vivitar rappresenta un marchio amato e odiato.
Alcuni modelli sono ottimi, altri mediocri, alcune versioni dello stesso modello danno risultati totalmente differenti.
In realtà, Vivitar ha rappresentato un marchio, almeno nel periodo tra la seconda metà degli anni '70 e gli anni '80, cui non corrispondeva nessuna produzione reale: l'azienda si limitava a disegnare le lenti che venivano poi prodotte da terzisti in base alle specifiche della stessa vivitar.
Inoltre, non è detto che uno stesso modello nel tempo fosse prodotto sempre dalla stessa azienda. Il reale produttore di un obiettivo Vivitar può essere dedotto dalla matricola.
Le prime due cifre indicano il "terzista" che ha prodotto l'obiettivo, tranne i casi in cui il seriale inizia per 6 o per 9
  • 6  Olympus
  • 9 Cosina
  • 13 Schneider Optik
  • 22 Kino (Kiron)
  • 25 Ozone Optical
  • 28 Komine
  • 32 Makinon
  • 33 Asanuma
  • 37 Tokina
  • 42 Bauer
  • 44 Perkin Elme
  • 47 Chinon
  • 51 Tokyo Trading
  • 56 Kyoe Schoji
  • 75 Hoya Optical
  • 81 Polar

la terza cifra indica l'anno di produzione
la quarta e la quinta sono indicative della settimana dell'anno in cui è stata prodotto l'obiettivo
le cifre successive indicano un codice seriale dato dal produttore.



sabato 17 ottobre 2015

rapido post di aggiornamento (con riflessione a corollario)

Mi sono iscritto alla newsletter degli utenti di darktable, ed ho chiesto che i file della ks-1 potessero essere riconosciuti anche quando salvati come .pef .
Tempo qualche giorno, il codice è finito nello sviluppo del programma, e probabilmente da qui a fine anno sarà nella prossima major release.
E' la seconda volta che mi capita una cosa del genere, di chiedere per una release agli sviluppatori e di vedere soddisfatta la mia richiesta in un tempo brevissimo.
E' una gran figata!

Secondo me questo è il principale punto di forza del software "non commerciale": il fatto che le caratteristiche le possono decidere gli utenti e non un insieme di "informatici" o un "panel statistico".

Sto anche vedendo come si può riuscire ad inserire il profilo del rumore. La cosa non è semplicissima, anche perché mi mancano un paio di informazioni. Però ci sto arrivando... :)

sabato 3 ottobre 2015

Altro giro, altra corsa



Alla fine ho ceduto, e di fronte ad un'offerta allettante ho preso una "nuova" fotocamera. Dico "nuova" perché in realtà è usata, ma con circa 1600 scatti.
Le caratteristiche della macchina non le vado ad indicare, però posso postare un confronto con la k7...

Parlando di caratteristiche "mainstream", ho guadagnato 6MP di sensore, e uno stop di rumore. Il range dinamico è molto più elevato che nella k7, e in generale il sensore della ks1 (che poi è di fatto lo stesso della ks2) si comporta discretamente, non arrivando però ad essere "magico" come quello delle k5-50-500. Rispetto alla k5, nella ks1 manca il filtro anti-moiré, per cui la "nitidezza percepita" è veramente elevata. Non vedo l'ora di provare la macchina con un macro!

Parlando di caratteristiche "reali", il vero punto debole di questo corpo macchina è l'ergonomia: manca una "spalletta" attorno a cui distendere la mano, manca la seconda rotella (sostituita da un "joystick-rotelloso" un po' scomodo), e manca la possibilità di avere un battery pack. Le dimensioni sono ridotte, e così il peso. Con obiettivi "grossi", tipo il takumar 200, il 70-210 A f4 o il sigma 70-300, la mano che impugna l'obiettivo di fatto sorregge anche parte del peso, cosa che sulla k7 ci si può permettere il lusso di non fare.

Parlando di estetica, è una macchina davvero "giovanile", pensata per un pubblico "gggiovane", con troppi led verdi-rossi per i miei gusti. E' una macchina che non passa inosservata, e sto studiando il manuale per eliminare un po' di effetti "scenografici". E poi... è bianca!

Per il resto, è sempre una pentax, per cui parliamo comunque di una compatibilità estrema, verificata sul campo con quasi tutte le ottiche che ho, dai takumar al 18-135.

Ho subito trovato un paio di "fastidi":
  1. la batteria è depotenziata rispetto alla k7. Dovrò comprare un altro esemplare, e l'assenza del battery grip aggiunge fastidio. Lo sportellino della batteria è anche quello della scheda, cosa che mi fa pensare di dover passare presto a schede SD almeno da 16 giga, se non voglio stare sempre ad aprire e chiudere quello sportellino. In generale, credo che parte delle scelte (al di là del design), siano legate all'obiettivo di contenere peso e dimensioni. Però la macchina è abbastanza scomoda da tenere in mano...
     Credo che le uniche macchine più scomode che ho provato siano le sony nex e le samsung nx.
  2. è credo la macchina meno venduta da Pentax dai tempi della k-m. DCraw la supporta, Photivo e Darktable solo via DNG. In darktable mancano tutti i supporti "avanzati", e ovviamente non esiste un profilo colore né un profilo rumore. Abituato ad una macchina "vecchia" con una compatibilità "totale", la cosa mi ha dapprima infastidito e successivamente incoraggiato ad inserire da me quello che manca... se ne avrò il tempo! E' l'unica macchina per cui non esiste manuale-ebook di Yvon Bourque, il che è davvero fastidioso perché come tutte le pentax ha un manuale davvero pessimo, e gli ebook di Yvon sono una buona alternativa al manuale.

Ho intenzione di fare qualche prova nei prossimi periodi, e di utilizzare questa macchina con un 50 macro f2.8 per scannerizzare i negativi, per cui probabilmente impiegherò un po' di tempo prima di essere pienamente "operativo". 
Stay tuned!!!




P.S. ho messo in vendita la k7. L'idea è quella di farci una cinquantina di euro meno rispetto al prezzo di vendita medio della k5, quindi attorno ai 300 euro. La macchina ha circa 20.000 scatti, e non ha dato cenni di cedimento, fino ad ora. Certo, l'ideale sarebbe poter avere due corpi, ma con l'utilizzo che faccio io della fotocamera, non è una cosa plausibile. Chi è interessato, sa come contattarmi. Eventualmente, posso venderla con un 18-135 a 570 euro in tutto. Entrambi i prodotti sono fowa, quindi con la possibilità di passare sotto LTR per un'eventuale riparazione.


mercoledì 29 luglio 2015

Epic fails...

Chiostro del Bramante, Roma
Il mistero di Pentax in Italia non è il fatto che esiste, ma il fatto che esiste ancora nonostante tutto.
Nonostante il marketing deludente di Fowa, nonostante una politica commerciale confusionaria e contraddittoria messa in atto dai proprietari del marchio Pentax negli ultimi anni, nonostante il fatto che i produttori di ottiche terze (tamron e sigma in primis, per non considerare hoya-tokina!) abbiano una produzione limitata con baionetta k, nonostante in Italia la M-trading di fatto non distribuisca tutti i prodotti sigma con baionetta K.
Comprare oggi una Pentax in un negozio fisico in Italia è difficile, online già si trova qualcosa di più ma spesso materiale con garanzia europea. La garanzia europea non viene gestita da LTR, che comunque invia in Francia qualsiasi prodotto abbia bisogno di qualcosa in più rispetto alla pulizia del sensore ed altre bazzecole.Se poi si compra con la garanzia americana... credo che non sia minimamente gestita da nessuno da questa parte dell'Atlantico.

A tutto ciò aggiungiamoci il fatto che molti venditori ebayers non spediscono in Italia, perché in Italia le truffe sono all'ordine del giorno. Shakeriamo con la solita impalpabilità dei negozi virtuali italiani, e aggiungiamo la litigiosità della comunità pentax italiana che di fatto non ha siti "di riferimento" per i neofiti.
Otteniamo un mistero buffo che spiega come mai, quando si ha una Pentax al collo si rischia la domanda "ah! una Pentax! Ma non era fallita?".

(post semiserio di mezza estate)

sabato 15 novembre 2014

Un po' di fotografia tra tanti post di photographers

Premessa

Sono su Facebook da qualche mese, più che altro per seguire gli eventi legati a Gazebo, Focus economica e le iniziative romamoriane.
Quasi da subito, sono stato "attirato" nella galassia della fotografia amatoriale, per lo più legata al mondo Pentax. Però mi sono guardato attorno, cercando anche su facebook quello che avevo trovato su flickr e (meno) su 500px. Tempo perso. La fotografia su facebook, in particolare la fotografia italiana, è preda di tanti "photographi" che fanno cose di qualità discutibile, e soprattutto sempre uguale.

...poi scopri Giovanni Gastel
E viene il giorno in cui scopri che  Gastel è su facebook, e pubblica le sue foto anche lì! E ti si apre magari non una galassia, ma sicuramente un piccolo sistema solare fatto di mondi da esplorare, con iniziative interessanti e tante riflessioni su quello che è la Fotografia, non quello che oggi va di moda fotografare e post-produrre.

  Il senso di questo post è mettere online un po' di indirizzi interessanti per chi ama il mondo della fotografia indipendentemente dal mezzo usato, della fotografia come modi di dire qualcosa in un modo differente.

Inizio dall'AFIP, dalla "nuova AFIP", che da iniziativa legata per lo più al mondo fotografico milanese si è "espansa" sulla Rete grazie ad un blog (http://afiponline.blogspot.it/ ) in cui sono presenti le iniziative comuni, in particolare gli incontri con i grandi nomi della fotografia italiana, che illustrano cosa hanno fatto, come e perché.
Un sito su cui ho passato ore negli ultimi tempi, andando a rivedere anche i video delle edizioni passate.

Sempre partendo da Gastel, ho "scoperto" Toni Thorimbert, che ha il suo blog (http://tonithorimbert.blogspot.it/) non seguo il mondo della moda, e mia moglie non compra riviste femminili, quindi per me era un perfetto sconosciuto. Però un giro sul suo blog lo consiglio a chiunque, non solo a chi ama la fotografia glamour.

Altri blog o siti li segnalerò nei commenti. Per il momento mi fermo qui.
Stay tuned! :)

venerdì 26 settembre 2014

Come vanno le vendite mondiali di fotocamere?

Post di servizio, visto che raramente si parla del mercato delle fotocamere nel mondo (in genere si va a valutare solo il mercato giapponese).

http://www.pentaxforums.com/articles/photokina-2014/digital-camera-sales-trends.html

http://www.cipa.jp/stats/lens_e.html

da notare che il mercato delle mirrorless è in crescita, ma a scapito delle compatte "premium" e non delle reflex, come ogni tanto qualcuno vorrebbe far credere (forse perché i profitti sulle mirrorless sono maggiori? :P).

martedì 19 agosto 2014

Piccolo sondaggio

La k7 inizia a starmi stretta, e non appena avrò un po' di soldi in tasca vorrei passare ad un modello più recente. Il problema è capire cosa prendere...

La k5 usata è senz'altro quella con il prezzo più basso, e potrei comprarla con un 200 euro di differenza rispetto a quanto potrei ricavare dalla k7. Tuttavia l'autofocus ballerino con le luci al tungsteno e l'estrema nitidezza della k5 IIS mi tentano verso quest'ultima. Inoltre, trovare una k5 "liscia" con meno di 10000 scatti è, di fatto, quasi impossibile.

La k5 IIS è il modello che mi tenta di più, ma la k3 ha più funzioni. Il sensore da 16MP lo posso gestire più facilmente di un sensore da 24MP, ma per il resto...

Sono indeciso!

Chi mi aiuta, motivando la risposta? :D

Cosa è successo a Flickr? Riflessioni sulla "socialità" e sulla (d)evoluzione di flickr e 500px.


Se qualcuno è interessato all'argomento, sicuramente è stato coinvolto nelle scelte editoriali di Yahoo! che hanno coinvolto/sconvolto Flickr. Ultima (ultima?) di queste scelte è l'impossibilità de facto di vedere le foto recenti pubblicate da tutti, mentre sono disponibili solo le "magnifiche 500" explored o quelle che si trovano tramite ricerca più o meno avanzata.
Con l'avvento del "photostream", poi, alcune pagine con elevato valore aggiunto come quelle di Ossy59 sono state letteralmente stravolte ed è diventato non banale trovarle.
In generale, l'adeguamento allo standard "500px" o "google+" di flickr ha comportato, a mio parere, più danni che benefici, non ultimo favorendo una disaffezione (cronica?) dell'utenza storica.
Chi gira per i gruppi, noterà che c'è un'apatia totale di discussioni, e che gli unici gruppi attivi sono di fatto quelli legati agli "award" (i gruppi del tipo "posta 1, commenta con questo codice altre X immagini"), che poi sono anche gli unici che permettono di avere visibilità alle proprie foto attraverso un aumento dell' "interestingness", a meno che le immagini non siano taggate e georeferenziate in maniera opportuna.
Il tutto a vantaggio di una struttura di "comunicazione" in stile 500px (io commento qualcosa, un mio contatto vede che ho commentato quel qualcosa e quindi dovrebbe poter essere interessato...).
Peccato che la cosa, semplicemente, non funzioni perché fa diventare un'immagine famosa solo se anche il creatore è "famoso". Al contrario, la struttura dei gruppi permetteva anche a perfetti sconosciuti di essere comunque raggiungibili se postavano su gruppi magari piccoli e peculiari o con una caratterizzazione geografica peculiare. Se sono interessato alle foto prodotte da una fotocamera pentax, difficilmente potrò ottenere quello che voglio cercando in giro tra gli utenti, mentre i gruppi "pentax qualcosa" sicuramente mi daranno quantomeno una base di partenza. Tutto questo prevede, però, che i gruppi siano "veri" e non "awardqualcosa", che ci siano discussioni attive, ecc. ecc. Di gruppi del genere, tra quelli a cui sono iscritto, ce ne sono circa 5-6 su oltre 100, tra cui l'ottimo "fotografia analogica italia". Gli altri, la stragrande maggioranza, non hanno discussioni aperte per settimane, se non per mesi, anche se gli utenti comunque continuano a postare immagini (ottenendo però quale visibilità se non c'è presumibilmente nessuno che entra in quei gruppi?).
Di contro 500px ha annunciato la creazione di gruppi di discussione. Rivoluzione totale!
Credo che sia abbastanza chiaro che, tra Flickr e 500px preferisco di gran lunga la filosofia che è, o meglio era, di flickr. Su 500px posti un'immagine e cominci a dare like in giro e a seguire persone fino a quando non diventi ricco e famoso per cui tutti, siccome hai molti like, aggiungono il loro like.
Se poi metti più di 5cm di pelle nuda, semplicemente hai vinto!
Una caratteristica che ha 500px sono le "storie", che però non mi pare siano il primo interesse di chi posta su 500px, ed ancora devo capire come trovarle "a tema" e non solo tramite le pagine personali.
Invece nei gruppi ci sono le discussioni, che non sono solo "polemica" (come intendiamo ormai qualsiasi scambio di idee in Italia... ), ma momenti anche di crescita costruttiva. 

Chi sta vincendo tra i due litiganti? Paradossalmente, per quello che mi è capitato di vedere, il vero vincitore è Facebook. Sembra paradossale, perché non c'è servizio che maltratta maggiormente le foto come faccialibro, eppure "c'è vita". google+ sembra più una promessa mancata che una valida alternativa.
Eppure, questa "dominazione" di facebook rispetto agli altri "social media" è ben evidente e registrata anche dagli analisti di mercato, come mostra l'andamento dei "social referral" della società marketshare (bisogna selezionare la voce di menu giusta in alto rispetto al grafico).


Moriremo tutti sotto un pollice verso? Vedremo cosa ci riserva il futuro...

giovedì 10 luglio 2014

Equivalenze parte seconda: the mad man return

Riprendo brevemente il discorso sull' "equivalenza" degli obiettivi perché qualche giorno fa anche il noto sito dpreview.com ha pubblicato un articolo sull'argomento in cui si evidenzia come il passaggio tra un formato ed un altro implica una riconsiderazione delle caratteristiche ottiche degli obiettivi che si hanno davanti.
Inoltre, anche Falklumo ha pubblicato sul suo blog qualcosa di analogo: http://www.falklumo.com/lumolabs/articles/equivalence/index.html

 
Questo per il mondo Pentax comincia ad essere "problematico" non appena si va a notare che, negli anni passati, a fronte di una scelta di campo - il sensore aps-c - abbastanza netta, non è coinciso un'altrettanto evidente tendenza ad avere obiettivi più luminosi, anzi.


P.S. ovviamente rozzi troll proprietari di forum, blablabla vari, e maleducati "ambasciatori" di prodotti di cui ignorano le caratteristiche tecniche non saranno per niente d'accordo su tutto ciò. Ma per loro vale sempre la regola sotto esposta.



sabato 31 maggio 2014

Licenze...


Andando per statistiche di flickr ho trovato una mia foto usata dal sito del corriere (corriere.it).
Lì per lì la cosa mi ha reso soddisfatto, anche se è la mia immagine più conosciuta, con più di 8000 visualizzazioni su flickr ed una pletora di siti e blog che ce l'hanno.
Dopo un po' ho iniziato a rosicare ed ho scritto loro questo messaggio:

Salve,
ho scoperto che sul vostro sito, all'indirizzo
http://www.corriere.it/foto-gallery/salute/nutrizione/14_maggio_27/14-cause-sorprendenti-disidratazione-cf75ed12-e5ae-11e3-8e3e-8f5de4ddd12f.shtml
è presente una mia fotografia pubblicata su Flickr con la licenza creative commons attribuzione - no opere derivate - no commerciale. Ora, direi che il requisito del sito commerciale il sito del corriere decisamente ce l'ha, per cui state operando fuori licenza.
Poiché non siete i soli, e non sono solito negare l'uso delle mie immagini, potete mantenere la foto ad un patto: la donazione di 25 euro all' UNHCR con l'invio alla mia casella di posta elettronica della "dedica" che troverete sul sito dell'UNHCR (www.unhcr.it).
In alternativa, ho un cognato avvocato.
Cordiali saluti,
Giuseppe Savo.

vediamo se mi arriva qualcosa! La fotografia per me è un hobby, e non voglio quattro spiccioli, per cui li "devio" volentieri su un'organizzazione di volontariato. Vediamo se al corriere.it hanno le braccine corte...
Tra l'altro, loro si guardano bene dal licenziare gli articoli con qualcosa di meno vincolante di un "tutti i diritti riservati".


P.S. Sarò molto lieto se condividerete questo post. Secondo me l'effetto "brutta figura" in questi casi conta più di qualsiasi minaccia di azione legale (e comunque l'opzione legale c'è).


Aggiornamento del 19 ottobre: come è andata a finire!
 Alla fine mi è toccato fare una denuncia all'AGCOM, che dopo qualche giorno ha scritto al Corriere della Sera, o meglio all'editore RCS Mediagroup chiedendo la rimozione. La rimozione è stata, ovviamente, immediata, e la pratica archiviata.
 Al di là di tutto, del fastidio di dover utilizzare un'Autorità destinata a lavorare con ben altri fini, del fastidio di dover creare una casella di posta elettronica certificata per poter scrivere all'autorità per le comunicazioni, rimane l'amaro in bocca per una redazione che se ne frega delle email in entrata, che "tanto su internet è tutto gratis"... E' una cosa molto "italiana".

venerdì 28 marzo 2014

Pentax, internet e tu

da http://24.media.tumblr.com/tumblr_m4z9skMpBu1qex654o1_1280.jpg



Premessa
Questo post vuole essere una riflessione semiseria su quello che è l'universo internettiano Pentax al momento, anche a seguito delle vicissitudini che hanno visto la società Pentax diventare un marchio, un brand come si dice oggi, di una serie di fotocamere della Ricoh.

Partiamo dall'inizio
Quando mi capita tra le mani un obiettivo a vite della serie Takumar o degli obiettivi "anni '80", la prima cosa che faccio è cercare tra le varie pagine sui forum, sui blog o sui social media in cui si parla dei takumar e delle lenti con messa a fuoco manuale. Raramente si rimane senza informazioni, anzi spesso si hanno più pareri talvolta parecchio discostanti.
Senza ombra di dubbio sia pentaxforums che il forum manual lenses o siti simili offrono molto materiale sulle ottiche "vintage" marchieate Pentax. In giro ci sono i manuali utente delle reflex a pellicola praticamente dagli anni '60 fino all'ultimo modello, c'è chi ha inserito i dati MTF degli obiettivi, chi ha digitalizzato o proposto articoli "da rivista" sui prodotti pentax.
C'è poi il sito di Bojidar Dimitrov sul mondo della baionetta K ed il sito dell'AOHC, il "fan club" che raduna gli appassionati del marchio e che organizza i Pentax Day: un fine settimana in una località italiana dedicato al mondo Pentax.
Il sito dell' AOHC è anche, di fatto, una delle pochissime risorse sulla Rete in cui le informazioni sono in lingua italiana. La sezione italiana del forum di pentaxforums di fatto è deserta, i forum "generalisti" (i vari zmphoto, photo4you , juza, ecc) hanno delle sezioni in cui si parla di materiale Pentax ma che sono poco frequentate.
C'è poi pentaxiani.it con il suo forum, che ha una "filosofia" tutta sua, molto "social", che può piacere o meno.
A livello internazionale le cose non migliorano molto. Il blogger più "famoso" (o almeno lui si presenta come tale) ricehigh.blogspot.com di fatto passa più tempo a sparare a zero sul materiale Pentax che ad illustrare novità e caratteristiche dei prodotti.
L'altro blogger relativamente famoso, pentaxdslrs.blogspot.it ha una visione forse un po' troppo "fanboystica" del marchio: capisco illustrare i punti di forza, ma chi cerca informazioni su internet spesso è (purtroppo) più interessato ai problemi e alle possibili soluzioni che non a vedere ripetuto per l'ennesima volta esattamente le stesse informazioni presenti un po' ovunque. Ho trovato invece utile la sua guida alla k7, molto ma molto meglio del manuale utente della fotocamera.
Un tempo c'era il blog di Ned Bunnell, che continua ad avere un blog (nedbunnell.blogspot.it) ma ormai è troppo preso dalla sua RICOH GR. Il suo vecchio blog, oggi non più raggiungibile, aveva molte informazioni soprattutto sul materiale Pentax.
Tra le community internazionali, spiccano pentaxusers e pentaxone ... e praticamente abbiamo terminato con i siti web.
Ho volutamente tralasciato sia i vari giapponesi-cinesi-asiatici che i russi, perché capisco poter leggere l'inglese, capisco la possibiltià data da google traslate di leggere il francese ed il tedesco, ma le traduzioni viste dal giapponese o dal russo le ho sempre trovate decisamente scadenti, con in più le scritte nei grafici che rimangono ovviamente con i caratteri originali.
Nel campo dei social media si trova qualcosa su flickr  o sui vari flickriver ecc ecc. Di facebook ho una conoscenza davvero troppo limitata, a causa della mia scarsa frequentazione di questo media, ma so per certo che qualche gruppo pentaxiano italiano c'è, e sicuramente ci sono gruppi un po' in tutte le lingue. Dal sito della FOWA , l'importatore italiano del marchio Pentax, sono segnalati un gruppo su facebook ed un'utenza su youtube
Infine c'è da segnalare la pentax photo gallery, una sorta di social media fotografico del brand pentax che pubblica solo materiale ritenuto "idoneo" dai suoi frequentatori.


Qualche riflessione
Se avessi dovuto scegliere la fotocamera in base alla popolarità sulla Rete, non avrei mai comprato la K7. Pentax ha una penetrazione nel mondo della Rete molto ma molto bassa. I siti web ufficiali in passato sono stati aggiornati in ritardo rispetto a quelli che erano i prodotti in vendita. Tuttora ci sono differenze tra i siti Pentax-Ricoh ed il sito fowa in termini di prodotti pubblicizzati.
Eppure le macchine sono valide, le ottiche sono adeguate ad un "prosumer", i prezzi sono tutto sommato bassi rispetto ai soliti Canon e Nikon.
Quello che manca sono, a mio parere, le iniziative di "supporto", come può essere una "nikon school" o un "sony award". Manca un forum di supporto o una rivista dedicata (un tempo c'era...), e fino a qualche mese fa mancavano anche i manuali in lingua! La Pentax photo gallery è un sito tutto sommato "amatoriale". Pentaxiani.it , la più grande risorsa sulla Rete in lingua italiana riconducibile al marchio pentax, di fatto non ha nessun contatto con la casa o l'importatore.
Aggiungiamo, a questo marasma, l'incapacità che ha avuto Fowa di entrare "a gamba tesa" con Pentax nella grande distribuzione, cosa che invece le è riuscita benissimo con il marchio Lumix (uhm....), ed un interesse apparentemente scarso per la pubblicità dei prodotti Pentax (o almeno ho avuto questa impressione).
Insomma, comprare Pentax in Italia è quasi un atto di fede, non avendo a disposizione tutti i pareri o le recensioni che hanno anche i peggiori prodotti a marchio Canon/Nikon, né potendo provare nel classico "negozio sotto casa" i prodotti. 
Un tempo non era così, ed in casa ho ancora qualche Airone in cui c'è qualche pagina di pubblicità della LX o della MESuper...
Se qualcuno ha altre risorse da segnalare, sarò ben lieto di aggiungerle al post.




sabato 23 novembre 2013

Equivalenze

Premessa

In questo periodo si vede un grande interesse per ottiche "vintage" montate su corpi mirrorless. Sia le NEX della Sony e le NX samsung, che le varie micro 4/3 sono infatti dotate di adattatori che permettono di montare su questi corpi tutta la produzione mondiale degli ultimi decenni, dalle ottiche a vite alle varie baionette.
Inoltre, tutti i produttori di reflex hanno in catalogo sia macchine aps-c che con sensori più grandi, con le stesse ottiche che possono essere montate su un sistema o sull'altro più o meno senza problemi.
Ora, il dubbio è: se prendo un'ottica X per un sistema Y e la metto davanti ad una Pen Olympus, cosa succede? In che termini si può parlare di "equivalenza"?
Partendo dal solito thread andato a mignotte su pentaxiani.it, sono andato alla ricerca di qualcuno che trattasse il tema dell'equivalenza degli obiettivi davanti ai differenti sensori, e sono arrivato a questo in cui l'autore tratta proprio il tema che mi interessava. Ora, non ho letto TUTTO TUTTO, ma le parti che mi interessano sono trattate in maniera tutto sommato dignitosa.



Partiamo dalla fine: la foto.

 Il paradosso della fotografia amatoriale e professionale moderna è nel trionfo dell'estetica del formato 35mm. Quello che era il formato maggiormente diffuso nell'era della pellicola ha monopolizzato l'estetica del digitale, con (e qui sta il paradosso) una diffusione di sensori 35mm che è marginale.
Si, vero, tutti i "pro" hanno una 35mm digitale, ma tra gli amatori è molto più diffuso il formato aps-c (un po' meno il m4/3), mentre tra i fotografi della domenica che usano i cellulari il formato più diffuso è quello... di instagram, addirittura con il ritorno di fiamma del formato quadrato!
Il medio formato su digitale ha prezzi troppo elevati per poter essere "di massa".
Da qui viene la gran confusione dei nostri giorni: ottiche improponibili superwide 8-16 mm che vanno solo su aps-c, sensori che "croppano" l'immagine in base al tipo di obiettivo montato (tipicamente è il caso dei nikon fx e dx), obiettivi 35mm che diventano "normali" davanti ad un aps-c, ottiche adattate a sensori differenti per dimensioni e forma...
Ma torniamo un momento all'obiettivo di un fotografo: l'immagine.
L'immagine ha una certa prospettiva, legata a come gli oggetti si vedono rispetto agli altri, un'inquadratura (con relativo angolo di visione), una profondità di campo, un tempo di scatto, e la dimensione della stampa.
Due immagini identiche, condividono tutte e 5 queste proprietà.
Ora, ammettiamo di avere un pentax DA 70mm f2.4 e un vecchio takumar 105 f2.8.
Il primo lo montiamo davanti alla nuova k3, il secondo davanti alla spotmatic.
Mettiamoci a fotografare lo stesso oggetto, al fine di ottenere la stessa foto.
Di fatto si capisce subito che non è possibile avere la stessa identica foto a parità di settaggi: se è pur vero che il DA 70 di fronte alla k3 è "equivalente" come angolo di campo a un 105mm, mantiene la stessa DOF del 70mm (la profondità di campo è legata all'ottica, non al sensore!), per cui bisogna aprire di uno stop circa il diaframma per ottenere la stessa profondità di campo del takumar, e a questo punto si ha anche una "luce" differente, quindi iso e tempi di scatto "saltano".
La profondità di campo, quindi è una caratteristica propria dell'obiettivo, e non dell'elemento ricevente "illuminato" dietro l'obiettivo. Ora, simulando su dofmaster la coppia DA 70mm (davanti ad una k7) e takumar 105mm (davanti ad una pellicola 35mm), si vede chiaramente che impostando una distanza di 10m, si ottiene la stessa profondità di campo solo se il DA è uno stop più aperto del takumar.
Cosa vuol dire praticamente tutto ciò?
Beh, molto semplicemente che su aps-c un 16-50 f2.8 è "equivalente" in termini di focale e profondità di campo ad un 24-75 f4 su 35mm.
Davanti ad un sensore m4/3 la differenza è ancora più evidente. Nell'esempio di prima, un 52mm f2.8 avrebbe lo stesso angolo di campo e la stessa profondità di campo di un 105mm f5.6 davanti ad una pellicola 35mm.

L'altro "mito" che coinvolge l'utilizzo di ottiche pensate per il medio formato o il 35mm su sensori più piccoli è che l'apertura "equivalente" sia la stessa.
Dire "f2=f2=f2" nell'uso su una 35mm, una aps-c o una m4/3 è un po' come dire "50mm=50mm=50mm". Così come "l'effetto" dei 50mm non è lo stesso nei vari formati, così non lo è l' apertura.
Un obiettivo messo davanti a sensori differenti darà luogo alla stessa esposizione, ovvero su tutti gli elementi riceventi finirà la stessa densità di luce in fotoni/mm2. Tuttavia, diminuendo l'area illuminata, la luce totale che colpirà un sensore più piccolo sarà meno di quella che colpisce un sensore più grande.
Quanto di meno? Beh, se la superficie di un aps-c è la metà del sensore 35mm, la luce totale ricevuta sarà la metà.
Di fatto, a parità di efficienza di elemento differente, due sensori da 24MP di formato differente riceveranno una quantità differente di luce per singolo elemento, e la cosa influisce sul rumore all'aumentare degli ISO.
Aggiungendo a tutto ciò il noto problema che hanno i sensori 35mm, aps-c e m4/3 con le aperture particolarmente "grandi", si capisce che diventa importante per i sensori di formato più piccolo avere un rapporto segnale/rumore il più elevato possibile.


P.S. A quanto pare, c'è un altro coraggioso in città.

Purtroppo è solo in inglese, ma sostanzialmente si capisce.

mercoledì 21 agosto 2013

500 px vs Flickr (seconda parte)


In questo periodo sono stato in "vacanza", e mi sono occupato poco dei miei fotostream. Mi ha risvegliato dal torpore 500px, che mi ha mandato una serie di email ricordandomi che stava per scadere il mio periodo di prova.

Ora, proprio la gestione della comunicazione è uno dei punti di differenza tra flickr e 500px. Flickr non ti si caga, e ti manda qualcosa solo se hai un nuovo messaggio personale o se uno o più persone hanno comentato/favorito le tue immagini. La cosa apprezzabile di flickr è che riunisce spesso più messaggi in una sola comunicazione.
500px è logorroico. Manda un'email per ogni attività sulle proprie foto, se le foto passano ad "upcoming" o a "popular", se uno ha commentato, se uno ha messo "like" (se ha commentato ed ha messo like, manda due messaggi differenti!), se uno ha messo un'immagine come favorita... Se si mette una bella foto di una gnocca alle 2 di notte, e si va a dormire, probabilmente il giorno dopo si troveranno 20-30 messaggi sulla casella di posta provenienti da 500px.

Altra cosa che non mi piace di 500px è il "flow", che è stato copiato brutalmente da flickr, ma anche migliorato: 500px taglia le immagini, per cui spesso il senso dell'immagine si perde, mentre flickr non fa niente del genere.

L'interfaccia nelle pagine delle foto mi pareva migliore in 500px. Mettendo le pagine vicine tra loro, invece, ho notato una sostanziale uguaglianza. La foto è grande ed occupa la schermata occupando "in verticale" quasi tutto lo spazio (su flickr su sfondo nero), i dettagli della foto sono disponibili immediatamente scrollando la pagina (su flickr bisogna anche espandere un menu), i commenti sono posizionati in maniera simile, ma i "favoriti" sono meglio separati su 500px. Le modalità per esportare su altre piattaforme è immediata su 500px, e leggermente meno "istantanea" su flickr. 500px mette ben in evidenza il "pulse", l'importanza che ha la foto in base ai "like" ed ai "favorito", flickr è più "social" e dà importanza ai gruppi nei quali è presente l'immagine.

(to be continued...)

giovedì 8 agosto 2013

500px vs Flickr: impressioni di un amatore (prima parte)

Introduzione

Flickr e 500px rappresentano due  delle piattaforme più importanti per quanto riguarda i social network "fotografici". Da bravo fotoamatore mi sono iscritto su flickr, ormai 4 anni fa, ma i recenti cambiamenti mi hanno spinto a vedere se ci sono alternative.
Ho provato così 500px, e da qualche giorno sto postando vecchie foto flickeriane lì sopra.
Questo thread sarà un "diario di viaggio" con le impressioni che avrò nel tempo. Magari cambierò quelle che sono le mie impressioni iniziali... e magari anche no!

Prime impressioni
La prima impressione che ho avuto con 500px è "ma tu guarda su flickr che copioni!".
In effetti, l'interfaccia attuale di flickr ricalca pesantemente quella di 500px. Però si ferma tutto lì. I due ambienti sono molto differenti e flickr risulta molto più "social" di 500px. Dopo qualche ora su 500px ci si rende conto di una cosa: si è soli. Non ci sono community, non ci sono gruppi, si passa il tempo a vedere foto e basta. Sotto questo aspetto flickr è decisamente differente, e si può avere un account senza foto ma essere attivi solo sui gruppi.
Altra grossa differenza sono le foto. La tipologia di foto più ricorrente su 500px è la gnocca.
Un buon terzo di fotografie su 500px, almeno tra quelle popolari, rappresenta ragazze di tutti i colori e tutte le razze, più o meno svestite, in qualsiasi posa.
La gnocca rappresenta una buona percentuale dei ritratti, che di fatto sono la categoria di foto meglio rappresentata su 500px.
Un altro terzo sono tramonti, di questi almeno la metà sono tramonti con "acque setose" o lunghe esposizioni su acque che riflettono il sole.
Di fatto mancano foto sportive, c'è pochissima street, qualche fiore, pochi animali...
flickr su questo aspetto è molto più "democratico", anche nei suoi "explored".

Altro aspetto prevalente su 500px è la tipologia di macchine fotografiche in uso: reflex e medio formato la fanno da padrone. Ho visto poche mirrorless.
Su flickr la maggior parte delle persone posta roba con lo smartphone.
Questa cosa è ambigua. Da una parte fa dire che 500px è più "professionale", e la cosa potrebbe anche essere vera. D'altronde su flickr non è così ameno il porno, il voyerismo di vario genere, le grafiche pacchiane, le foto visibilmente "orrende", e quant'altro.
Però è anche vero che i professionisti di 500px hanno più o meno quei 4-5 "stili" che dopo un po' fanno apparire tutto uguale. Tra l'altro, su 500px ci sono molti utenti dell'est europa, e sono tutti riconoscibilissimi per una cifra stilistica estremamente simile, legata ai colori smorti, al fine art, cose molto carine se viste una volta, ma che annoiano alla lunga.

Infine, esattamente come su flickr, anche 500px si basa su un sistemadi "like" e "favoriti". La cosa produce un effetto "scimmia" notevole, perché per avere visibilità bisogna ricevere i like, e per avere i like bisogna darne ad altri. Insomma, su entrambe le piattaforme la via del successo passa per una grossa quantità di tempo passata a dare e ricevere "favoriti", e solo nel tempo si vede un evidente distacco dei professionisti dai "dilettanti". Tra l'altro, bisogna fare tutto nei primi giorni di vita della foto, perché successivamente i "voti" contano sempre meno, con un effetto temporale simile su entrambe le piattaforme.
Quello che manca su 500px sono le "gare", ed i gruppi del tipo "posta uno e commenta 3", che fanno tanto la fortuna di certe foto su flickr. La cosa è un bene ed un male: se da una parte robe pacchiane non diventano famose per il solo fatto che ci si è iscritti a decine di gruppi "clicca e sarai ricliccato", dall'altra manca un "confronto" con gli altri, e ci si riduce a considerare i "popolari" come "bravi".
Come se una gnocca ripresa davanti ad un tramonto fosse indice di bravura...

E comunque, la mia foto più famosa finora su 500px è la foto di una ragazza. Da tre giorni è nella categoria "popular", e c'è arrivata quasi subito.

sabato 15 giugno 2013

la regolazione della luminosità su Photivo: il filtro Reinhard

Premessa
Su Photivo non esiste un solo modo per ottenere lo stesso risultato, ma è possibile operare separatamente su più filtri. L'unica limitazione (che per certi aspetti rende il "concorrente" darktable più "professionale") è nel workflow che è fisso: i filtri vengono applicati uno dietro l'altro e non c'è modo di regolare il workflow o di "raddoppiare" un effetto.
La limitazione non è da poco, e sotto questi aspetti darktable è davvero avanti. Tuttavia ancora oggi preferisco lavorare con photivo perché dà luogo a risultati abbastanza "tipici", con una fedeltà cromatica davvero molto buona.
Inoltre alcuni strumenti sono davvero molto interessanti, e rendono possibile lavorare una foto in pochissimo tempo.
Uno di questi strumenti èil filtro Reinhard sotto il tab RGB.

Come funziona, cosa fa
 Il filtro Reinhard (dovrebbe essere un Reinhard_05) è legato al concetto di HDR. In pratica prende un'immagine con un range dinamico limitato, la "lavora" e fornisce un'immagine con una maggiore gamma dinamica.
Gli interruttori da utilizzare sono 3:
- brightness: lavora sulla luminosità vera e propria, di default è impostato su -10, ma di fatto io non l'ho mai usato oltre il -3
- chrominance: opera sulla saturazione
-lightness tweak: opera sulla luminosità finale operando anche sul contrasto.

Di fatto gli arriva una foto relativamente ben esposta, al limite uno stop sottoesposta e con una gamma dinamica troppo limitata, e la "pompa" in maniera non lineare, per cui anche il contrasto rimane abbastanza "costante".
L'effetto è davvero impressionante, e con sostanzialmente un paio di click si "sistema" l'esposizione. Il filtro risente in maniera abbastanza rilevante di una misurazione della luce non perfetta perché va ad esaltare eventuali dominanti.

Per chi è interessato, ovviamente c'è photivo. :D


P.S. aggiunta con foto

 Ho iniziato a sperimentare il filtro con foto evidentemente sottosviluppate ed il risultato ha un che di miracoloso.
Certo, con il sensore della k7 il rumore c'è, e su schermo è evidente, per cui ho dovuto comunque applicare un filtro antirumore sui canali A e B, operando in LAB, ed ho dovuto ridurre un po' le dimensioni della foto. Però...



giovedì 13 giugno 2013

un post rapido rapido...

E non potrebbe essere altrimenti, dato il software di cui tratteremo: rapid photo downloader.
Questo softwarino per linux fa una cosa sola, ma molto bene: scarica le foto dalle schede o dai dispositivi mobili alle cartelle sul nostro pc (o dove vogliamo noi).
Senza voler fare una vera e propria recensione, illustro brevemente le caratteristiche salienti:
  1. permette di salvare i file in cartelle con percorsi "personalizzati" e "costruibili" in maniera autonoma
  2. permette di rinominare i file inserendo nel nome elementi come l'apertura o gli ISO, o la focale; in questo modo diventa molto più semplice capire che foto sono state fatte con un certo obiettivo o quali sono le focali maggiormente usate
  3. permette di importare foto E video allo stesso modo, ma separatamente (ovvero con percorsi paralleli)
  4. altro, da scoprire! :P
Inutile dire che si trova già pacchettizzato per le maggiori distribuzioni.
Buon divertimento!

sabato 30 marzo 2013

sbianchiamo i Takumar!

Il problema

Chi ha comprato un vecchio Super Multi Coated o un SMC Takumar 50 f1.4 o magari ha ritrovato questo obiettivo in un cassetto spesso si è ritrovato con le lenti color ambra.
La ragione di questo ingiallimento del vetro è probabilmente l'utilizzo di ossidi radioattivi a base di torio (con probabili impurezze di lantanio e cerio) sul rivestimento superficiale di una delle lenti posteriori.
L'ossido di torio, che ha una struttura cristallina simile alla fluorite, è stato con l'ossido di lantanio uno dei primi costituenti degli strati di rivestimento anti-riflesso per formare vetri a bassissimo indice di dispersione.
Il decadimento del torio rende nel corso degli anni il vetro leggermente ambrato, cosa spettacolare per chi usa il cinquantino per i ritratti in bianco e nero, un po' meno per chi fa fotografia a colori.
Ora, sulla Rete si trovano una serie di spiegazioni sul perché il vetro diventa color ambra, alcune anche piuttosto fantasiose (tipo la formazione di zolfo elementare, piuttosto che l'effetto di invecchiamento delle resine usate come cemento). 
Sinceramente,  cui prodest sapere a cosa è dovuta la reazione che porta alla colorazione?
In questo post vedremo invece come sbiancare la lente.



la lente centrale è un Super-Multi-Coated Takumar 50 f1.4 visibilmente ingiallito (foto da flickr di s58y)
La soluzione
Fortunatamente  l'esposizione degli obiettivi ai raggi ultravioletti sembra essere un buon modo per sbiancare i vetri ingialliti. 
Facciamo un inciso: se ci fossero reazioni chimiche di decomposizione, l'esposizione alla luce dovrebbe peggiorare le cose perché dovrebbe accelerare la decomposizione, per cui tutte le spiegazioni del fenomeno dell'ingiallimento legate alla decomposizione dei materiali sono quantomeno fantasiose...
Ora, la sorgente principale di raggi ultravioletti è il sole. Tuttavia mettere un obiettivo per qualche giorno sotto la luce solare, soprattutto nei mesi più caldi, può danneggiare la meccanica (parliamo di un pezzo di metallo nero che si scalda, con le conseguenze sulle parti ingrassate che possiamo ben immaginare).C'è chi lo fa, avvolgendo l'obiettivo con la carta stagnola a mo' di isolante termico, ed esponendo le sole lenti.
Io non me la sono sentita...
Invece, girando su flickr, ho scovato discussioni in cui si parlava di lampade a led con emissione di raggi UV tale da sbiancare le lenti takumar.
Esistono ovviamente lampade che emettono quasi solo nella regione dell' UV, e sono quelle caratterizzate da una luce bianca-azzurrina. Ma esistono anche soluzioni più economiche.
In particolare la lampada JANSJÖ venduta dall'ikea è una di quelle lampade che, a fronte di una spesa di circa 10 euro, sembra garantire un buon risultato.
Letto... comprata! 
L'effetto sbiancante di questa lampada è evidente, tuttavia uno sbiancamento totale (almeno visivamente) si raggiunge solo con un irraggiamento di giorni e giorni. Io sono arrivato ad un risultato non completo ma "soddisfacente" dopo un paio di settimane di esposizione per qualche ora (quindi diciamo l'equivalente di 5-6 giorni).
Un modo per ottimizzare il sistema è mettere l'obiettivo sottosopra, poggiata su uno specchio, e con la lampadina piazzata proprio dietro alla lente posteriore. In questo modo si sfrutta sia la luce emessa che quella riflessa dallo specchio.
Il vantaggio di una tale soluzione consiste nel bassissimo consumo della luce a led e nel fatto che non si nota nessun tipo di riscaldamento del sistema.
Alla fine del periodo di irraggiamento ho ottenuto un cinquantone takumar bello chiaro, come uscito da fabbrica.



P.S. considerando quanto sembra emettere nel campo UV, eviterei di comprare la lampada ikea per usarla come abat jour sul comodino la sera...

giovedì 31 gennaio 2013

l'esposizione multipla come filtro antirumore

Premessa
La K7 non è un mostro ad alti ISO, anzi...
Già ad 800ISO ha una grana visibile, ed aumentare la sensibilità oltre 1600ISO comporta una quantità di rumore negli scatti spesso inaccettabile.
Gli algoritmi di riduzione del rumore sono più o meno avanzati, ma danno luogo ad una inevitabile riduzione nel dettaglio. Quello presente in camera, poi, è veramente poco efficace.
 Inoltre, partendo dal file .pef, si nota al crescere degli iso una riduzione dell'intervallo dinamico già di per sé non eccezionale (le varie k 5 / 30 / 01 hanno ben altro comportamento!), ed una crescente difficoltà nel trattare il file con i vari software per la demosaicizzazione.
Cosa si può fare in queste situazioni?
Se ci sono soggetti in movimento poco o niente. In quei casi bisogna andare di flash, se la cosa è permessa ed il tempo di sincronizzazione a 1/180 non è troppo lento.
Con i soggetti immobili si può sfruttare un tempo un po' più lungo, ma talvolta questo tempo diventa una esposizione lunga secondi e secondi, e allora il rumore termico rientra in gioco...
ma... un momento!!!

Lo stacking, dall'astronomia alle foto "quotidiane"
In spettroscopia, con l'avvento delle tecniche di accumulo, si è avuto un miglioramento del rapporto segnale/rumore, che aumenta proporzionalmente alla radice quadrata del numero di misure.
L'idea di prendere un sensore, anzi un pixel, registrare più volte nel tempo il segnale su quel pixel e poi mediare il risultato è una tecnica già in uso ad esempio nella spettroscopia di emissione con plasma ad argon o nell'NMR, ed ha portato ad un aumento spaventoso di prestazioni e di velocità. Anche in fotografia può essere  una soluzione.
L'idea non è originale, perché in fin dei conti i software di stacking in astrofotografia fanno già una cosa del genere.
Però la k7 offre un vantaggio competitivo rispetto ad altre macchine Canon-nikon-sony: è possibile effettuare l'esposizione multipla, fino a 9 scatti, ed avere il raw "finale".
Di fatto, si unisce la qualità del file Raw alla tecnica di accumulo, evitando il passaggio per un jpg, la successiva postproduzione in Gimp/photoshop, e la perdita qualitativa risultante.

Vediamo come va questo "trucchetto" in pratica.

Per provare "al volo" la mia teoria ho preso la k7, ho montato il 18-135 wr impostato a f8 e 35mm. Ho provato quest'ottica a quella focale e quel diaframma perché ha un comportamento buono, e perché ce l'avevo già montata sulla macchina fotografica! :D
Importante: bisogna ricordarsi di togliere lo shake reduction, la correzione in camera dei parametri dell'obiettivo, e la correzione automatica delle ombre o delle alte luci.

Ho fatto 3 "scatti":
  1. uno scatto a 1600 ISO, 1/3 di secondo
  2. tre scatti a 400ISO, 1/3 secondo, modalità esposizione multipla, senza correzione automatica dell'esposizione
  3. quattro scatti a 1600ISO, 1/3 secondo, modalità esposizione multipla con correzione automatica dell'esposizione
La seconda e la terza immagine differiscono in termini di "costruzione" del segnale. In un caso si prendono tre segnali "puliti" e se ne fa la somma,  nel secondo caso si prendono tre segnali "sporchi" e si fa la media.
Ho scattato in modalità RAW+JPG, per cui ho ottenuto comunque 3 raw trattati con photivo in modo da avere tre immagini con esposizione sostanzialmente uguale. In nessuna delle immagini ho utilizzato  filtri per la riduzione del rumore, o particolari "esaltatori" di immagine, e la differenza di "trattamento" consiste solo in una leggera variazione della curva di L nel caso 2 rispetto agli altri casi.

Vediamo gli scatti. Per chi vuole, con il tasto destro può scegliere di visualizzare le immagini e/o salvarle sul disco per poterle comparare al meglio.

Primo caso: immagine a 1600ISO
Questa è l'immagine al 50% di ingrandimento

Il rumore è abbastanza evidente anche senza voler fare i pixel peeper.
Andando al 100% su due dettagli, si nota il "brutto" rumore della k7.



Direi che i commenti sono superflui.

Caso 2: stacking su più foto scattate a sensibilità inferiore
Scattando 3 immagini di seguito e "sommando" i risultati si ottiene qualcosa di molto meglio rispetto ad uno scatto singolo ad alta sensibilità. Il rumore è decisamente inferiore, anche nelle zone scure, il file è decisamente più "lavorabile", e si ha un piccolo incremento di dettaglio e di range dinamico. Ad esempio, sulla scatoletta celeste appare la texture bianca, e sull'illustrazione di Shrek si riconoscono meglio i personaggi.


 
Terzo caso: 1600ISO mediati su quattro scatti
Questo caso è quello da cui sono partito come ragionamento.
Di fatto una media del genere è una specie di filtro anti rumore, perché se il rumore si dispone casualmente nella griglia, viene dimezzato con 4 scatti e ridotto a 1/3 con 9 esposizioni.



martedì 22 maggio 2012

E se domani, volessi stampare...



...un libro fotografico, aka fotolibro.
Un fotolibro è un modo comodo ed elegante per stampare i propri scatti con dimensioni fino a 20x30. Si evitano le scatole di scarpe, lo spazio per le foto, si ha un prodotto editoriale carino anche da mostrare, ed in generale si alimenta ampiamente il proprio ego, cosa che non fa mai male.

Bene, questa procedura è dedicata a chi vuole stampare con linux (un linux recente, diciamo con meno di un paio di anni) un fotolibro tramite BLURB.

Blurb non è l'unico servizio che permette di stampare fotolibri, ed io stesso uso spesso Snapfish, mentre di Pixum ho scaricato ed istallato il software ma non ho mai usufruito dei suoi servizi. Dei tre, Snapfish è sicuramente il più economico, ed ha un software "nativo" (l'ultima volta che l'ho usato anche "problematico") per linux. Blurb, tuttavia, permette di usare carte particolari che danno al fotolibro una marcia "in più", soprattutto con foto in bianco e nero.

 Come prima cosa bisogna scaricare il software di Blurb nella sua versione per Mac. Attenzione, MAC! 
Si va quindi nella cartella dove è stato scaricato il programma e si dà il comando:
dmg2img BookSmart*.dmg

dmg2img è un programma che si trova normalmente nei repository delle distro più famose. In alternativa lo si può prendere da qui. Usando l'asterisco nel nome del file "BookSmart_qualcosa.dmg" si evita di dover copiare esattamente il nome del file sul terminale, per cui si evitano errori e noie varie. Ovviamente bisogna evitare di avere due versioni differenti del file di istallazione nella stessa cartella.

A questo punto si è reso "utilizzabile" il contenuto del file dmg che verrà copiato in una cartella che monteremo con il comando mount passando per una directory temporanea sulla directory radice:

sudo mkdir /macbooksmart
sudo mount -t hfsplus -o loop BookSmart*.img /macbooksmart
Anche in questo caso l'uso dell'asterisco serve per accorciare la procedura, chi vuole può provare ad usare il nome del file completo di versione.

mkdir ~/booksmart/
sudo cp -r /macbooksmart/BookSmart.app/Contents/Resources/Java/lib/ ~/booksmart/
sudo cp -r /macbooksmart/BookSmart.app/Contents/Resources/Java/resources/ ~/booksmart/ 
sudo cp /macbooksmart/BookSmart.app/Contents/Resources/booksmart.icns ~/booksmart/
 Creata la directory booksmart nella propria home, si istalla il programma lì dentro dalla directory temporanea montata in precedenza.

A questo punto si crea il lanciatore ed il gioco è fatto.

echo '#! /bin/sh
cd ~/booksmart
classpath=""

# Build classpath with all jars in the lib directory
for jar in lib/*.jar
do
classpath=$classpath:$jar
done

java -Xincgc -ea -Xms256m -Xmx1024m -classpath $classpath com.blurb.booksmart.application.BookSmart

exit $?
' > ~/booksmart/booksmart.sh 
Infine, si danno al lanciatore i giusti permessi:
sudo chmod a+x ~/booksmart/booksmart.sh
 e si cancellano i file o le cartelle creati durante l'istallazione
sudo umount /macbooksmart
sudo rmdir /macbooksmart
rm BookSmart_* 
Se poi si vuole creare una voce dal menu di Gnome invece che dover cliccare ogni volta sul lanciatore, basta procedere come normalmente quando si aggiungono voci di menu, e selezionare:
~/booksmart/booksmart.sh
come comando, mentre per l'icona si utilizzerà quella propria di booksmart:
~/booksmart/booksmart.icns

Il gioco è fatto.

martedì 27 marzo 2012

Correzione della distorsione di una lente sotto linux: soluzioni eleganti per vecchie ottiche

Premessa

Chi ha Pentax spesso ha anche vecchie ottiche delle serie K, M e A che non sono riconosciute negli exif e che non vengono corrette da software commerciali (come PTLens, ad esempio) .
La cosa è quantomeno sgradevole, poiché le ottiche DA o D-FA (ma credo anche molte FA e F) al contrario sono gestite da molti software commerciali, e addirittura direttamente in camera le DA e le D-FA, e spesso la correzione della distorsione e delle aberrazioni cromatiche è necessaria. 
Come fare allora? Buttiamo via un pentax A 35-105 f3.5 ed i suoi meravigliosi colori solo per questioni di software?

No!

Ecco la soluzione!


Passo numero 1: cambiamo sistema operativo! :P

Il titolo è un po' una provocazione, ma fino ad un certo punto...
Tra tanti software commerciali che costano centinaia di euro e che fanno tanto "pro" chi li usa (magari piratati), fa un po' impressione che la soluzione al problema venga da due progetti opensource e gratuiti: Hugin e Lensfun .
Intendiamoci: Hugin SPACCA! E', nel mondo del software, quello che un corridore giamaicano o etiope è nell'atletica leggera: sviluppo spartano, ma tanto tanto valore.
Poiché non credo molto al porting di questi software sotto windows, perché non provarli direttamente sotto le ali protettive del pinguino? ;)


Passo numero 2: troviamo i parametri

LensFun è la libreria per la correzione della distorsione di un obiettivo di gran lunga più importante sotto linux e si basa sul modello panotools. Viene utilizzata in darktable, rawstudio, digiKam, UFRaw e altre applicazioni di fotografia digitale per Linux
Lensfun funziona abbastanza bene, ma non contiene un elenco particolarmente esaustivo di obiettivi, e non è detto che l'ultimissimo obiettivo appena comprato o il reperto di archeologia industriale che abbiamo trovato in soffitta attaccato ad una Spotmatic siano già presenti nel database. Anzi, probabilmente sicuramente non lo sono.
Inoltre non vi è alcuna interfaccia utente dedicata per creare nuove voci per questa libreria. Ecco perché Andrew Zabolotny, sviluppatore principale di LensFun, ha suggerito a tutti di utilizzare solo Hugin. La app di calibrazione della lente di Hugin è, quindi, un primo passo nella direzione di fornire tale interfaccia utente. Il primo passo è quindi quello di scaricare Hugin (magari l'ultima versione presente nel launchpad se usate Ubuntu), o istallarlo da sorgenti se si vuole, ed eseguire l'applicazione Hugin Calibrate Lens.  
Ecco come funziona. 
Prima di tutto, per creare un modello di distorsione della lente nuovo o migliore (dal momento che alcune descrizioni delle lenti ci sono, ma sono molto semplicistiche), c'è bisogno di un'immagine scattata con quella focale o di una serie di immagini scattate con più focali se si tratta di un obiettivo zoom. L'immagine può essere una griglia stampata e fotografata, o una foto di un edificio con evidenti linee orizzontali e verticali.
E' importante che non vi siano punti di fuga, quindi bisogna mettersi il più posibile perpendicolari alla griglia.

Si apre quindi lo Hugin Calibrate Lens e si aggiunge l'immagine appena creata.
Se si vuole una maggiore precisione, è meglio creare una serie di immagini e caricarle tutte.
Dopo aver caricato le immagini si deve inserire la focale ed il fattore di crop legato alle dimensioni del sensore.

A questo punto inizia la fase "complicata": bisogna trovare le linee.
Per fare questo bisogna giochicchiare un po' con le opzioni. In genere aumentare i primi due valori tende a far riconoscere meno le linee presenti nell'immagine (può essere un vantaggio se le linee sono molto evidenti rispetto ad un fondo rumoroso), mentre dimensione immagine e lunghezza minima delle linee permettono di distinguere un maggior numero di linee.
Una volta trovate un certo numero di linee, si passa all'ottimizzazione e si ottengono tre parametri che verranno inseriti nel file xml che descrive la lente.
Nel caso di uno zoom bisogna ripetere questi passaggi più volte in modo da coprire tutte le focali.


Passo numero 3: creiamo il modello

I file del database LensFun si trovano in /usr/share/lensfun/ e sono file xml. Se non li trovate sotto windows, tornate al passo n.1 :P 
Possiamo immaginare di creare un file "self-pentax.xml" con i nostri obiettivi.
Il file che descriverà l'obiettivo o gli obiettivi (in questo caso è preso come esempio un file in cui è presente solo il 12-24 DA) sarà del tipo (la parte interessante è alla fine):
 <lensdatabase>

    <mount>
        <name>Pentax K</name>
        <name lang="ru">Байонет K</name>
        <compat>M42</compat>
        <compat>Pentax KA</compat>
        <compat>Pentax KAF</compat>
        <compat>Pentax KAF2</compat>
        <compat>Generic</compat>
    </mount>

    <mount>
        <name>Pentax KA</name>
        <compat>M42</compat>
        <compat>Pentax K</compat>
        <compat>Pentax KAF</compat>
        <compat>Pentax KAF2</compat>
        <compat>Generic</compat>
    </mount>

    <mount>
        <name>Pentax KAF</name>
        <compat>M42</compat>
        <compat>Pentax K</compat>
        <compat>Pentax KA</compat>
        <compat>Pentax KAF2</compat>
        <compat>Generic</compat>
    </mount>

    <mount>
        <name>Pentax KAF2</name>
        <compat>M42</compat>
        <compat>Pentax K</compat>
        <compat>Pentax KA</compat>
        <compat>Pentax KAF</compat>
        <compat>Generic</compat>
    </mount>

    <mount>
        <name>Pentax KAF3</name>
        <compat>M42</compat>
        <compat>Pentax K</compat>
        <compat>Pentax KA</compat>
        <compat>Pentax KAF</compat>
        <compat>Pentax KAF2</compat>
        <compat>Generic</compat>
    </mount>

    <camera>
        <maker>Pentax</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>35mm film: full frame</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.0</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX *ist DL2</model>
        <model lang="en">*ist DL2</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX *ist DL</model>
        <model lang="en">*ist DL</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX *ist DS2</model>
        <model lang="en">*ist DS2</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX *ist DS</model>
        <model lang="en">*ist DS</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX *ist D</model>
        <model lang="en">*ist D</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K-m</model>
        <model lang="en">K-m</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K100</model>
        <model lang="en">K100</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K100D Super</model>
        <model lang="en">K100D Super</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K110</model>
        <model lang="en">K110</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K200D</model>
        <model lang="en">K200D</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K10D</model>
        <model lang="en">K10D</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX Corporation</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K20D</model>
        <model lang="en">K20D</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K-7</model>
        <model lang="en">K-7</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K2000</model>
        <model lang="en">K2000</model>
        <mount>Pentax KAF3</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K200D</model>
        <model lang="en">K200D</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <camera>
        <maker>PENTAX</maker>
        <maker lang="en">Pentax</maker>
        <model>PENTAX K-x</model>
        <model lang="en">K-x</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
    </camera>

    <lens>
        <maker>Pentax</maker>
        <model>SMC PENTAX DA 12-24mm F/4 ED AL IF</model>
        <mount>Pentax KAF2</mount>
        <cropfactor>1.5</cropfactor>
        <calibration>
            <distortion model="poly3" focal="12" k1="-0.01919" />
            <distortion model="poly3" focal="15" k1="-0.00774" />
            <distortion model="poly3" focal="18" k1="-0.00345" />
            <distortion model="poly3" focal="21" k1="-0.00199" />
            <distortion model="poly3" focal="24" k1="0.00061" />
            <tca model="poly3" focal="12" br="0.0000916" vr="0.9999904" bb="-0.0002397" vb="1.0006490" />
            <tca model="poly3" focal="15" br="0.0001253" vr="0.9999184" bb="-0.0002858" vb="1.0008241" />
            <tca model="poly3" focal="18" br="0.0001204" vr="0.9999075" bb="-0.0001990" vb="1.0006258" />
            <tca model="poly3" focal="21" br="0.0001063" vr="0.9999562" bb="-0.0001477" vb="1.0005692" />
            <tca model="poly3" focal="24" br="0.0000982" vr="1.0000005" bb="-0.0001137" vb="1.0004136" />
            <vignetting model="pa" focal="12" aperture="4.5" distance="100" k1="-0.19267" k2="0.09379" k3="-0.38938" />
            <vignetting model="pa" focal="15" aperture="4.5" distance="100" k1="-0.08756" k2="-0.28192" k3="0.06908" />
            <vignetting model="pa" focal="18" aperture="4.5" distance="100" k1="-0.05982" k2="-0.45748" k3="0.25039" />
            <vignetting model="pa" focal="21" aperture="4.5" distance="100" k1="-0.28874" k2="-0.06687" k3="0.09488" />
            <vignetting model="pa" focal="24" aperture="4.5" distance="100" k1="-0.44227" k2="0.2599" k3="-0.09436" />
        </calibration>
    </lens>
</lensdatabase>
 In pratica all'interno del tag "lens" ci sarà sempre un "maker", un "model" ed un "mount", il fattore di crop, dopo di ché si inserirà tra i tag <calibration> e </calibration> la parte relativa alla distorsione. Nell'esempio è riportato anche il codice relativo alla correzione delle aberrazioni cromatiche e della vignettatura, supportati da LensFun ma fuori dall'obiettivo di questo post.
La correzione geometrica riportata per il 12-24 è solo quella del parametro "b" di Hugin Camera Lens, ovvero la distorsione a barilotto. Volendo inserire al posto del modello "poly3" il modello "ptlens" con tre parametri, le righe avranno un codice di questo tipo: 
 <distortion model="ptlens" focal="16" a="0.012341" b="-0.035947" c="0" />
Qual è la differenza tra il ptlen ed il poly3?
Se Ru è il raggio del pixel non distorto e Rd il raggio del pixel distorto, la correzione attuata con ptlens sarà effettuata secondo una legge di questo tipo:

Ru = a * Rd^4 + b * Rd^3 + c * Rd + Rd
 
mentre quella effettuata con poly3 seguirà un andamento polinomiale di terzo grado:

Ru = k1 * Rd^3 + Rd

Aggiungere ulteriori obiettivi è semplicissimo: si aggiunge un'altra parte "lens" di seguito alla prima, e si incrementa il database.

fonti: 
http://lensfun.berlios.de/lens-calibration/lens-distortion.html
http://lensfun.berlios.de/manual/dbformat.html